
Ultimamente devo ammettere che avrei voluto parlare di tutto e di più, ma sarà per il cambio di stagione sarà per affaticamento da lavoro, di fatto ho tralasciato questo mio lascito come un giardino incolto e bisognoso più che mai di attenzioni.
A tale scopo, per riscattarmi, cerco un argomento che mi possa tornare utile per rientrare nelle vostre grazie focalizzandomi su quello che penso sia di maggior interesse. Vago tra un aneddoto su un prete nostrano che si fa accompagnare nei suoi giri delle Benedizioni Pasquali da un noto galeotto recidivo (be, se Cristo è morto tra ladroni, i suoi discepoli non possono essere da meno) cercando soldi a tutto spiano (credo che le Parrocchie siano messe male ultimamente), ad un parente che si è talmente estasiato su X-Factor (trasmissione di cantanti e talent scout canori) da essere persino rimproverato dalla nipotina di tre anni e mezzo di stare dietro alle sciocchezze e non nel lavorare sulle cose serie (sto iniziando ad avere fiducia in queste nuove generazioni). Oppure guardando il sole tramontare in queste serate primaverili ammirare ed estasiarsi per il suo rosso intenso che trasmette calore e un profondo senso di pace e di amore da parte di Nostro Signore e nel pensare di come possa essere di aiuto a coloro che hanno bisogno di supporto e di sostegno.
Potrei parlare di tutto di più. Ma quì vorrei soffermarmi di sfuggita, senza l'ardire di affrontare un tale argomento sviscerato da più alti ed illustri filologi e uomini di cultura, su un aspetto mai compreso a fondo: la saggezza. Di quel sentimento o quello stato d'animo che viene generato dall'esperienza (la somma dei nostri fallimenti come diceva Oscar Wilde) o infuso come uno spirito divino a chi è meritevole della Sua Grazia, come è riportato nel più bel capitolo della Bibbia che prende il nome di Siracide (lo consiglio in queste serate primaverili).
La saggezza aiuta a comprendere e a capire noi stessi sopratutto e, successivamente, anche il mondo che ci circonda interpretando meglio, se non in maniera addirittura esatta, gli eventi che avvengono intorno a noi e dentro di noi. Ci sarebbe da parlarne per giorni se non mesi su questo stato o su questo aspetto caratteriale. Non voglio rovinare tutto tediandovi sin d'ora.
Mi limito solo ad applicarla a qualcosa di minimale, ossia a quando parlavamo di Obama e Brzezinski e dei miei precedenti interventi in cui sembrava che l'uno o l'altro fosse un burattinaio oppure succube di certe scelte volute da altri.
Come spesso accade invece, il primo errore nell’affrontare questioni così complesse sta nel ridursi a due alternative soltanto, bianco-o-nero, dimenticando le infinite sfumature di grigio che possano esistere fra di loro. E la saggezza aiuta proprio a interpretare queste "sfumature" in maniera quanto mai corretta. Confesso che non è un elemento proprio indicativo su cui applicarla, ma essa aiuta comunque, in tutti i casi della vita, a raggiungere la serenità che si acquisisce nello scoprire la verità.
A tale proposito lascio che siate voi a comprendere come questa sorprendente intervista di Brzezinski, realizzata da Robert Frost lo scorso 20 marzo, possa far capire come la saggezza sia l'unica vero strumento che aiuta a "leggere" il mondo per quello che è nel modo migliore.
Non resta altro che salutare il ritorno della saggezza.
Buona visione.
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